Sete di Parola Giorno per Giorno

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Sete di Parola dal 21 al 27 luglio 2024

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Preleva Sete di Parola della 16ª Settimana  (21 – 27 luglio 2024) del Tempo Ordinario dell’Anno B (224 Kbyte)


16ª Settimana del Tempo Ordinario – Anno B 


 

Sabato, 27 Luglio 2024

Liturgia della Parola > Ger 7,1-11; Sal 83; Mt 13,24-30

La Parola del Signore   …è ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

…è MEDITATA

La Parola cresce in noi, come il buon grano. Ma non da sola. La zizzania, seminata dal nemico, dall’oppositore, dal menzognero, cresce insieme al buon grano. Lo vediamo attorno a noi, lo vediamo nella Chiesa, lo vediamo in noi stessi. Vediamo luce e tenebre convivere, grazia e peccato, santità e dannazione, bene e male… Presenti in noi stessi quotidianamente, che si affrontano, che si combattono, a volte siamo tutti di Dio, a volte siamo solo del mondo, rassegnati e senza speranza, abituati al male, ingrigiti nelle scelte. Quanto vorremmo non essere fragili! Essere solo buon grano! Essere un campo straordinariamente ricco e fecondo! Quanto vorremmo non fare i conti con la parte oscura! E, in fondo, anche noi pensiamo come i servi della parabola: strappiamo via la zizzania! Ma è saggio, il padrone, non ha l’ansia di perfezione spirituale che noi abbiamo. Vorremmo essere dei santi e dei giusti, Dio ci chiede di essere dei figli pazienti con i nostri limiti e con la nostra tenebra che non va mai assecondata, ma accolta e trasfigurata. Cresciamo nell’umiltà, pensiamo ad irrigare il grano, la zizzania, al tempo opportuno, sarà Dio a strapparla.

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Come il contadino, allorché intraprenda a lavorare la terra, deve recare con sé gli strumenti e indossare gli abiti adatti allo scopo, così Cristo, re celeste e autentico agricoltore, nell’accostarsi all’umanità isterilita dal peccato, si rivestì di un corpo e si munì, a mo’ di strumento, d’una croce.
Si diede a dissodare, così, l’anima incolta, strappando da essa le spine e i triboli delle maligne ispirazioni, estirpando la zizzania del peccato e bruciando, con il proprio fuoco, tutto il fieno dei peccati.
Dopo averla così lavorata con il legno della croce, vi piantò lo splendido giardino dello Spirito, perché producesse a Dio, come al suo Signore, ogni sorta di dolcissimi e graditissimi frutti.

…è PREGATA

Liberaci dall’impurità, riempici del tuo pensiero; non lasciare che il maligno turbi la nostra pace. Liberaci dal potere del maligno, che si oppone al tuo regno e ci da la morte. Noi ti preghiamo: salva coloro che hai plasmato e liberali dal maligno che cerca chi divorare. A te appartengono il regno e la potenza e la gloria, o Signore: non privare della tua bontà i tuoi santi.

 …mi IMPEGNA

Saremo sempre tentati da quei “sussurri” del maligno che saranno pietra d’inciampo per la missione. E dico “sussurri” perché il demonio seduce sempre di nascosto, facendo sì che non si riconosca la sua intenzione, «si comporta come un falso nel volere restare occulto e non essere scoperto». (S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali). PAPA FRANCESCO

 

   


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